Phoné
- Press Office
- 4 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 14 mag 2020
Intervista a Rodolfo Montuoro di Leslie Fadon, “Nightguide”
A sette anni da “Nacht”, il sontuoso progetto rock declinato nei due “movimenti” di “Orfeo” e “Lola”, Rodolfo Montuoro torna con “Voices” per descrivere una nuova epopea...

A sette anni da “Nacht”, il sontuoso progetto rock declinato nei due “movimenti” di “Orfeo” e “Lola”, Rodolfo Montuoro torna con “Voices” per descrivere una nuova epopea.
Qui non più invocazioni (come in “a_vision”), maschere mitologiche (come in “Hannibal”) o luoghi perenni dell’immaginario (“Nacht”).
In “Voices” Il percorso si fa sempre più rarefatto: siamo nel regno impalpabile della phoné. In questo nuovo progetto sonoro Rodolfo Montuoro raccoglie gli sketches musicali e poetici ricavati dal cortocircuito degli incontri – sempre imprevedibili ed enigmatici – tra la voce e l’anima, tra psiche e phoné, con tutto lo scompiglio che ne consegue. Lo abbiamo intervistato.
Rodolfo, che tipo di disco è “Voices”? “Voices” è un album che spazia tra l’elettronica e il progressive, coltivato come un giardino giapponese, suonato da musicisti di grande esperienza e di aree disparatissime (elettronica, celtica, rock, sperimentale, classica), con dei picchi di pura emozione espressi dalle voci di Roberto Pedicini e Carmelo Bene. “Voices” è il mio omaggio alla voce, alla musica e al silenzio.
Come si differenzia dai tuoi dischi precedenti?
Musicalmente c’è molta elettronica rispetto agli altri miei album, grazie alla collaborazione e all’apporto alchemico di Catherine Alice Corelli, la geniale produttrice del disco. Poeticamente, per me è un punto fermo che raccoglie i temi seminati nella mia produzione precedente ma è anche un punto di fuga verso un ideale di composizione sempre più astratto ed essenziale per creare prima o poi, come un Frankenstein psicopatico, il dna di tutte le conversazioni possibili.
Come siamo entrati nel regno impalpabile della phoné?
Nella phoné si precipita, si inciampa e ci si perde senza averne idea. Più o meno come è successo a me.

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